La casa sul mare celeste

Oggi è il 19 Marzo, festa del papà, e per celebrare al meglio questa giornata abbiamo pensato di parlarvi di due meravigliosi esempi di figure paterne tratte direttamente dalla letteratura. Questa volta non andiamo troppo indietro nel tempo e parliamo di un libro uscito di recente, La casa sul mare celeste di T. J. Klune, famoso per i suoi romanzi di genere M/M e LGBTQI+.

Protagonista della storia è Linus Baker, un assistente sociale impiegato al Dipartimento della Magia Minorile, compito di Linus è assicurarsi che i bambini magici, cresciuti in appositi istituti, vengano accuditi al meglio e possano crescere protetti e felici. Linus ama il suo lavoro e cerca di svolgerlo al meglio, con la massima professionalità e soprattutto cercando di mettere al centro di tutto sempre e solo il benessere dei bambini. In definitiva Linus è così bravo nello svolgere i propri compiti da essere convocato nell’ufficio della Suprema Dirigenza e da vedersi assegnare, del tutto inaspettatamente, un compito top secret. Linus dovrà recarsi sull’isola di Marsyas dove si trova l’orfanotrofio gestito dal misterioso Arthur Parnassus per verificare se l’orfanotrofio abbia o meno i requisiti per restare aperto.

Linus si renderà conto ben presto che i bambini assegnati all’orfanotrofio del signor Parnassus sono bambini speciali, anche per un mondo in cui, la magia, è cosa piuttosto comune. Allo stesso modo anche la gestione dell’orfanotrofio appare piuttosto anticonvenzionale ma, del resto, dei bambini speciali hanno esigenze speciali e, in un mondo in cui i bambini magici vengono discriminati e temuti per il solo fatto di esistere, Arthur Parnassus è più di un direttore di orfanotrofio, è il padre ideale.

Arthur tratta i bambini con rispetto, cercando sempre il dialogo con la consapevolezza che ogni bambino ha esigenze diverse, un’ individualità ed una propria personalità. Arthur cerca di incoraggiare i bambini che gli sono stati assegnati, i suoi figli, aiutandoli a sviluppare i propri talenti e, nel contempo, cercando di fornire loro i mezzi necessari per affrontare un mondo che, purtroppo, è spesso ostile.

Quella che viene ben presto delineata davanti ai nostri occhi è quindi una famiglia anticonvenzionale, dove però regnano affetto, fiducia, ascolto e rispetto reciproci e dove dei bambini considerati diversi, isolati e spesso feriti dal mondo hanno trovato un porto sicuro.

Ma se Arthur Parnassus è il padre che tutti avremmo voluto avere, Linus Baker non si dimostra certo da meno. Linus, inizialmente deciso a mantenere le distanze e ad osservare i bambini dell’isola di Marsyas con professionalità e distacco, finirà pian piano con l’innamorarsi di quei bambini e si rivelerà, a propria volta, una figura preziosa, capace di aiutare i bambini a trovare il coraggio di affrontare il mondo vincendo le loro paure ed insicurezze. Quello che intraprende Linus nell’isola di Marsyas è quindi un viaggio che lo porta alla scoperta di se stesso, dell’amore e del suo ruolo di genitore.

T. J. Klune ci regala un romanzo che ci trasporta in una calda isola paradisiaca, aiutandoci a lasciarci l’uggioso clima invernale definitivamente alle spalle e, nel farlo, ci dona un libro che riscalda l’animo facendo appello ai nostri migliori sentimenti. La casa sul mare celeste infatti ci parla d’amore, di quel genere di famiglia che si fonda non tanto sul sangue ma sul profondo affetto che unisce i suoi membri, ci ricorda come, ciò che decidiamo di essere, conti più delle nostre origini, ed infine ci rammenta come la diversità sia ricchezza.

L’odio fa molto rumore, ma ti accorgerai che è solo perché le persone che gridano sono poche e vogliono disperatamente farsi sentire.

T. J. Klune – La casa sul mare celeste 

È un libro semplice, privo di pretenziosità, con una trama che forse, per un pubblico più maturo, può apparire poco originale o facilmente indovinabile ma, il pregio più grande di questo libro, è a mio avviso il modo in cui, con semplicità, arriva al cuore delle cose, fa appello ai nostri sentimenti, e ci ricorda che, se solo avessimo il coraggio di aprire la nostra vita anche a chi è diverso da noi, non ce ne pentiremmo. 

Voto: 5/5

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